Resoconto dalla 1° missione AICPE Onlus in Benin

Siamo rientrati dalla prima missione “Flavio Saccomanno” presso l’Ospedale di Abomey in Benin.

Carichi di medicinali, fili di sutura, bende e strumenti chirurgici nuovi, siamo 5 volontari: 3 medici, due italiani, Marco Stabile e Claudio Bernardi ed uno francese, Roland Boileau, una strumentista italiana Chiara Zani ed una segretaria francese Marie Christine Laporte, indispensabile per gli accordi che essa stessa aveva preso con il nostro contatto locale del Ministero della Salute.

Arrivati ad Abomey, dopo 130 km in auto, il nuovo direttore dell’Ospedale ci ha accolto con benevolenza e ci ha consigliato un hotel ad un prezzo concordato nelle vicinanze della struttura Ospedaliera.
Qualche camera era climatizzata qualche camera no, ma ci siamo sistemati. Chiaramente dimentichiamoci lo standard europeo: le camera senza armadio, senza comfort e con la doccia fredda, con il water senza l’asse, era pur sempre un punto di ristoro dopo la fatica.

La missione è cominciata.

Il primario della Chirurgia Jules, ci ha accolto entusiasta e giorno per giorno ci ha illustrato i casi clinici: malformazioni congenite, traumi della strada, esiti di ustioni, esiti di infezioni gravi, mani di bambini con retrazioni delle dita sono stati operati e curati durante questa missione.

La cosa che più ci ha sorpreso è stata la mancanza totale di qualsiasi presidio per fare l’intervento. Ci siamo fatti carico di tutte le spese necessarie per eseguire il nostro lavoro.
Ad ogni paziente dopo la valutazione sull’operabilità viene stilato un preventivo per l’acquisto dei guanti sterili, garze, farmaci per l’anestesia ed antibiotici, poi paghiamo il tutto e quindi si può cominciare.
Preparati dalle altre numerose missioni in Togo pensavamo di trovare almeno il minimo indispensabile, ma ci sbagliavamo. Abbiamo fatto esperienza. Ci siamo rimboccati le maniche ed aperto il portafoglio, ed abbiamo lavorato.

Per ogni paziente c’era un sorriso nuovo da scoprire, uno spirito di sopportazioni invidiabile di fronte al dolore. Bambini che stringono i denti, ma che resistono con dignità. Una grande lezione.

Le gioie si sono fatte presto sentire. Le strette di mano e gli sguardi delle mamme ci hanno emozionato. “Iovo”, l’uomo bianco nella lingua locale, ha lasciato il segno.

Con il Direttore abbiamo stilato a quattro mani un accordo di collaborazione per 4 anni in cui si evince la disponibilità da entrambe le parti a collaborare fattivamente e senza sorprese nelle prossime missioni. Passata una settimana, la domenica un autista ci ha riaccompagnato a Cotonou per il volo di rientro.

È tempo di tornare a casa e pensare a programmare la prossima missione. Con Gian Luca Gatti partirò sabato per il Paraguay per la Missione Nematyro’: chirurgia che cambia la vita in lingua locale. 300 pazienti ci stanno già aspettando.

 

Marco Stabile
Presidente AICPE Onlus